PATRIMONIA SUMMIT Sunt Servanda 2016 ROMA

Sintesi Business Network, sarà presente martedì 8 NOVEMBRE 2016 dalle ore 09.00 alle ore 18.00 a ROMA presso lo Sheraton Roma Hotel & Conference Center – Viale del Pattinaggio, 100, al PATRIMONIA SUMMIT Sunt Servanda 2016 ROMA, evento formativo gratuito rivolto agli operatori finanziari ed assicurativi, con temi dedicati alla protezione del patrimonio e alla pianificazione successoria.

Il Dott. Giuseppe Marino, Segretario Generale di Sintesi Business Network, parteciperà come relatore all’evento con un intervento dal tema “La Costituzione e Gestione di Società Estere nel Nuovo Contesto Normativo Internazionale. Le principali novità dal 2017” nell’ambito del quale è previsto un particolare approfondimento sulle nuove regole di monitoraggio fiscale internazionale  (Common Reporting Standard – CRS).

 Per maggiori informazioni : segreteria@sintesinetwork.com

Brexit

Hard o Soft Brexit ?

«La scissione hard Brexit-soft Brexit non esiste», ha detto, la primo ministro inglese Theresa May mettendo sul mercato delle idee la prospettiva di una via buona per tutto e buona anche per tutti. Londra deve decidere se vuole uno strappo radicale oppure distanziarsi con giudizio dai partner. La scelta non è stata ancora fatta nonostante le parole della premier, a una prima lettura, indichino la volontà di un brusco addio.

Hard Brexit che significa adesione alle regole commerciali del Wto senza accordi specifici con l’Ue, scelta tecnicamente non affatto agevole come crede chi la evoca. O, tutt’al più, con un’intesa minima di libero scambio fra il blocco continentale e il Regno Unito.Soft Brexit implica, al contrario, la partecipazione britannica al mercato unico (in cambio di libera circolazione dei lavoratori) con accordi formulati ad hoc per la Gran Bretagna non essendo replicabile il modello norvegese o svizzero per esplicita volontà di Londra. O, tutt’al più, l’adesione all’unione doganale con modalità ancora tutte da definire.

La primo ministro nel rivendicare il diritto a frenare l’immigrazione, non ha mai detto di voler tornare alle regole della World Trade Organization. Non crediamo che la Gran Bretagna abbia deciso fin d’ora lo strappo totale, in contraddizione con l’approccio pragmatico che l’ha sempre contraddistinta, sfidando il complesso finanziario – industriale, in prima linea nel reclamare scelte morbide.

Il Cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond non a caso ha esitato sul valore aggiunto assicurato dai cervelli d’importazione e sulle turbolenze che attendono l’economia del Paese. Londra ha sorpreso chi si aspettava il collasso economico a partire dal 24 giugno con una performance superiore alle attese, ma Brexit, va ribadito, non è un evento in sè stesso. È la marcia verso la disintegrazione di un intimo legame politico, economico e soprattutto commerciale e, in quanto tale, è fenomeno destinato a maturare progressivamente. La decisione di Nissan di congelare gli investimenti in assenza della garanzia che non saranno imposte tariffe doganali sul commercio di auto e componenti, è il primo sintomo di quanto accadrà.

Il trade off passa per il solito teorico pertugio: accesso a pezzi del mercato interno in cambio di parziali vincoli all’arrivo di lavoratori intracomunitari. Le esigenze delle parti sono speculari: Londra vuole poter dire di aver riguadagnato piena sovranità senza porre in pregiudizio il benessere economico, Bruxelles mira a impedire esattamente questo. Mira, cioè, ad evitare che l’esempio di Londra faccia scuola, spargendo il contagio della non Europa fra le capitali dell’Unione.

A tre mesi abbondanti da quel “no” popolare inatteso è ancora difficile immaginare una linea di compromesso che salvi la faccia al governo di Londra davanti all’elettorato, senza danneggiare il quadro economico e garantendo agli altri partners la protezione dal virus degli addii. Neppure l’idea di trovare, sul tema generale dell’immigrazione, terreno comune fra Europa continentale e Gran Bretagna appare possibile. Per Londra gli immigrati da cui tutelarsi sono soprattutto rumeni, polacchi, magari spagnoli e forse anche italiani, ovvero i partner dell’Ue, per i Ventisette sono i rifugiati dal Medio Oriente o dal continente africano.

Gli spazi d’intesa si confermano minimi, l’opzione hard o soft Brexit resta l’alternativa vera. Con una significativa differenza maturata nel corso del fine settimana. Fino a sabato la tempistica era indefinita, dalle 16 di domenica, quando Theresa May ha confermato che entro il marzo 2017 sarà invocato l’articolo 50 sulle regole di recesso dall’Ue, è cominciato il conto alla rovescia. Due anni e sei mesi da oggi per un accordo che Londra non ha ancora la minima idea di come e con quale personale negoziare, nè a quali – realistici – obbiettivi aspirare.

Fare Impresa

Accordo di collaborazione con FARE IMPRESA in Albania

In data 3 Ottobre 2016 il Dott. Giuseppe Marino, Segretario Generale di Sintesi Business Network ha firmato un importante accordo di collaborazione con Fare Impresa in Albania, primaria società di consulenza con sede a Tirana guidata dall’Avv. Egli Haxhiraj.

Si tratta di una partnership di rilevante interesse strategico per Sintesi Business Network che così consolida il rapporto con l’Avv. Egli Haxhiraj e la sua struttura FARE IMPRESA che rappresentano certamente il miglior partner per lo sviluppo del business sul territorio albanese.

Per tutte le info relative : segreteria@sintesinetwork.com